Nella zona ovest della città si lavora alacremente alla produzione di autobus. Alla Carrozzeria Emiliana Renzo Orlandi si fa tutto a mano: c'è il 'sarto' che cuce a mano o con la macchina a pedale i rivestimenti interni e le tappezzerie, c’è il lucidatore delle cromature, il pittore che dopo la verniciatura fa le scritte e le filettature e, tra i ragazzini di bottega che imparano il mestiere del "battilastra", c'è Pietro Muratori.
Pietro avrà si è no 16 anni. Sono tempi in cui di soldi a casa ne entrano pochi ed è normale che si vada 'a bottega' a questa età. Alla Carrozzeria Orlandi si lavora sodo ma a lui piace costruire e sagomare le lamiere dei parafanghi. Impara in fretta il mestiere, ci sa fare.
In questo angolo alla periferia di Modena Pietro Muratori contribuisce alla produzione di automezzi di pregevole eleganza, destinati a grande diffusione e popolarità, aumentata dalla fornitura dei furgoni per la Scuderia Ferrari. Ma stanno arrivando gli anni della guerra e la fabbrica viene prima requisita dall'aeronautica tedesca e, in seguito, è pesantemente danneggiata dai bombardamenti inglesi ed americani.
Modena, 1955. Il Paese si sta lentamente rimettendo in piedi e cresce il bisogno di mezzi di trasporto collettivi. Pietro Muratori, insieme a suo figlio Mauro decide di costituire la Carrozzeria Pietro Muratori.
Gli inizi sono duri, ma arrivano in fretta gli anni ’60 con il loro boom economico e la voglia di viaggiare e di spostarsi.
La Carrozzeria Pietro Muratori cresce velocemente affiancando alla riparazione una vera e propria attività di rifacimento completo della carrozzeria degli autobus. Si ricostruisce, partendo dal telaio, motore e cambio, un nuovo allestimento con forme più moderne ed innovative per l’epoca.